sabato 9 novembre 2013

La Recensione/Storia delle terre e dei luoghi leggendari

  • Titolo: Storia delle terre e dei luoghi leggendari
  • Autore: Umberto Eco
  • Editore: Bompiani
  • Prezzo: Euro 35

  • Su questo libro verrà praticato 
    per una settimana 
    il 10% di sconto
La Recensione:
Storia delle terre e dei luoghi leggendari è un saggio in cui Umberto Eco esplora e racconta i mondi fantastici nati dalla fantasia di scrittori ed artisti. Sono centinaia i mondi che, nel corso dei secoli, sono stati inventati dall’uomo. Partendo dai poemi di Omero e arrivando alla fantascienza dei nostri giorni, Umberto Eco racconta questi favolosi mondi, ricchi di mistero e magia, sui quali sono stati proiettati tutti i desideri e i sogni, ma anche gli incubi e le paure, che non riuscivano a trovare un loro spazio nel mondo del reale. In questo volume Umberto Eco sfoglia le pagine dei grandi classici della letteratura, alla ricerca dei significati nascosti in quei mondi immaginari. Così da Ventimila leghe sotto i mari ad Alice nel paese delle meraviglie, dal Milione di Marco Polo ai fantasy di Tolkien, il lettore viene accompagnato in un viaggio di scoperta di tutti quei luoghi che gli scrittori di ogni epoca hanno lasciato in eredità. Terre in cui ognuno può ritrovare qualcosa di sé stesso, popolate da mostri, fantasmi ed eroi, attraversate da magia e da passioni e che non sono limitati nello spazio e nel tempo dai vincoli cui è costretto ciò che è reale. Con Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Umberto Eco guida i lettori attraverso un percorso piacevole ed entusiasmante attraverso testi antichi e moderni, fumetti e romanzi che hanno rappresentato la formazione alla lettura di tutti noi, plasmando in una certa misura la nostra sensibilità nei confronti del fantastico.

Fonte: Libreriauniversitaria.it

La Biografia

Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale. Nel 1954 si è laureato, all'età di 22 anni, all'Università di Torino, con una tesi sul pensiero estetico di Tommaso d'Aquino. 
Dopo aver lavorato dal 1954 al 1959 come editore dei programmi culturali della Rai, negli anni Sessanta ha insegnato prima, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Milano, poi, presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze ed infine presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Inoltre, ha fatto parte del Gruppo 63, rivelandosi un teorico acuto e brillante.
Dal 1959 al 1975 ha lavorato, presso la casa editrice Bompiani, come senior editor. Nel 1975 viene nominato professore di Semiotica all'Università di Bologna, dove impianta una vivace e agguerrita scuola. Negli anni 1976-'77 e 1980-'83 ha diretto l'Istituto di Discipline della Comunicazione e dello Spettacolo, presso l'Università di Bologna.
I suoi saggi spaziano dall’estetica medievale (Il problema dell’estetica in Tommaso d’Aquino, 1956; Arte e bellezza nell’estetica medievale, 1987), alla semiotica (Trattato di semiotica generale, 1975; Semiotica e filosofia del linguaggio, 1983; La ricerca della lingua perfetta, 1993), soffermandosi sui codici della comunicazione artistica (Opera aperta, 1962; Apocalittici e integrati, 1964). Noto per le brillanti inchieste sulla cultura di consumo (Diario minimo, 1963; Il superuomo di massa, 1976; Sette anni di desiderio, 1983; Il secondo diario minimo, 1992), ha ottenuto un successo mondiale con il romanzo Il nome della rosa (1980, premio Strega), thriller gotico d’ambientazione medievale e conventuale che sviluppa, con lucido razionalismo, la fitta trama di un dibattito ideologico. Più elaborati, nel linguaggio e nella tecnica compositiva, i romanzi successivi (Il pendolo di Foucault, 1988; L’isola del giorno prima, 1994; Baudolino, 2000; La misteriosa fiamma della regina Loana, 2004). Critico verso le concezioni ontologiche dell’interpretazione, ha posto l’accento sulla relazione autore-lettore in diversi scritti: La struttura assente (1968), Lector in fabula (1979), I limiti dell’interpretazione(1990), Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994, ciclo di conferenze tenuto alla Harvard University nel 1993), Tra menzogna e ironia (1998), Sulla letteratura (2002). Si ricordano inoltre: La definizione dell’arte (1968), Le forme del contenuto (1971), Sugli specchi e altri saggi (1985), Kant e l’ornitorinco (1997), Storia della bellezza (2004), A passo di gambero (2006) e la felice traduzione dei funambolici Esercizi di stile (1983) di R.Queneau.
Tra i suoi ultimi libri: il romanzo Il cimitero di Praga (2010), la raccolta di saggi Costruire il nemico (2011).

(dall'Enciclopedia della Letteratura Garzanti)

Nessun commento:

Posta un commento